Pubblicato il 29 Giugno 2020

La task force guidata da Vittorio Colao ha messo a punto un lungo elenco d’interventi per il rilancio del paese nella Fase 3, divisi in sei ambiti principali: Impresa e lavoro; Infrastrutture e ambiente; Turismo, Arte e Cultura; Pubblica Amministrazione; Istruzione, Ricerca e Competenze; Individui e Famiglie.

Di seguito gli interventi previsti per l’area l’Infrastrutture e Ambiente, definita Volano Del Rilancio. Gli interventi proposti mirano, come specificato, a “Finanziare la riconversione sostenibile delle infrastrutture di trasporti e logistica“. 

Nell’ambito del Trasporto pubblico locale, Trasporto privato e Ciclabilità, il piano prevede di “Incentivare il rinnovo del parco mezzi del Trasporto Pubblico Locale TPL verso mezzi a basso impatto (es ibrido, elettrico, biocombustibile), Incentivare il rinnovo dei mezzi pesanti privati con soluzioni meno inquinanti Pianificare investimenti e finanziamenti a favore della Ciclabilità, incentivando la creazione dell’infrastruttura ciclistica e incoraggiandone l’utilizzo”

I dati di contesto forniti dicono che:

  • In Italia, i trasporti incidono per il 25 35 sulle emissioni di CO 2 totali
  • Al 2018 l’intero parco mezzi TPL mostra un’età media 12 13 anni (molto distante dai riferimenti europei dove l’età media si attesta sui 7 8 anni), principalmente diesel Euro 2 5
  • Nella direttiva Europea RED II l’obiettivo di penetrazione di rinnovabili nel settore trasporti nel 2030 è fissato al 14 allo stesso modo il PNIEC 1 pone l’obiettivo al 22
  • È evidente la necessità ed urgenza di dotare il Paese di un Piano Nazionale della Mobilità in coerenza alle indicazioni europee “per una mobilità smart e sostenibile”, con interventi a
  • sostegno delle Amministrazioni competenti che hanno predisposto progetti per la riduzione delle emissioni di gas serra e per un miglioramento della qualità dell’aria in ambito urbano

Le azioni proposte, finanziate principalmente con fondi pubblici, sono:

  1. Incentivare un Piano Nazionale della Mobilità per la conversione verso mezzi a basso impatto (ad es., ibrido, elettrico, biocombustibile, altro), quale aggiornamento del PGTL2 del 2001:
    • Aumentare le risorse previste nel Piano Nazionale Mobilità Sostenibile per la riconversione delle flotte pubbliche verso mezzi a basso impatto, valutando anche l’estensione dei fondi a strumenti partnership pubblico-private. Si consiglia la definizione di una direttiva nazionale (con ad es., cabine di consultazione gestite dai prefetti) per evitare la proliferazione a livello locale.
  2. Promuovere il trasporto sostenibile e le relative infrastrutture
    • Incentivare lo sviluppo capillare di infrastruttura per mobilità sostenibile, come ad esempio le stazioni di ricarica elettrica, anche private;
    • Incentivare la creazione dell’infrastruttura ciclistica e incoraggiarne l’utilizzo attraverso, ad es., piste ciclabili, stazioni di ricarica e-bike, sistemi di sicurezza e ciclo-parcheggi
    • Favorire lo sviluppo di Hub intermodali alle porte delle città, prevedendo parcheggi per privati e snodi del trasporto pubblico / piste ciclabili e chiusura al traffico privato dei centri urbani;
    • Incentivare l’utilizzo di car sharing a basso impatto, ad uso privato e aziendale, riservando spazi di parcheggio dedicati in posizioni strategiche, attraverso una modifica del Codice della Strada.
  3. Incentivare il rinnovo dei mezzi commerciali privati (ad es., navi, furgoni, camion) con tecnologie alternative meno inquinanti (ad es., GNL) – a titolo esemplificativo e non esaustivo:
    • Promuovere rinnovo di veicoli commerciali leggeri end-of-life con veicoli a basso impatto (ibridi, elettrici, …) per aziende logistiche che operano nei maggiori centri urbani
    • Prevedere incentivi per facilitare la conversione della filiera idrocarburi per uso trasporti verso i biocarburanti attraverso la chiusura e bonifica dei punti vendita;
    • Estendere durata e applicabilità degli incentivi per utilizzo di biocarburanti previsti dalla normativa (D.M. 2 marzo 2018)
    • Incentivare l’utilizzo dell’idrogeno come carburante per i trasporti, anche tramite il rilascio di certificati di immissione in consumo di biocarburanti linea con restrizioni previste alla circolazione.
  4. Promuovere la conversione verso i biocarburanti, i carburanti da rifiuto (in linea con l’iniziativa #31) e i carburanti alternativi ad uso trasporto.

Nell’ambito Porti e Ferrovie il piano prevede di “Predisporre un piano intermodale su scala nazionale per la logistica merci, con focus sull’ammodernamento dei porti e sull’espansione della rete ferroviaria per il trasporto merci. Rivalutare il posizionamento strategico dell’Italia (particolarmente rilevante per il Sud) nei flussi merci europei/del Mediterraneo.

I dati di contesto forniti dicono che:

  • Italia al 17°posto per competitività delle infrastrutture di trasporto: 53 per qualità delle strade, 5° per efficienza del trasporto aereo, 46° per i porti, 35°per il servizio ferroviario
  • Esportazioni sempre più indirizzate verso paesi extra-UE (e.g. Cina, Nord Africa) che si affidano maggiormente alla modalità marittima, in misura minore a quella aerea
  • Negli ultimi 10 anni il sistema portuale italiano ha perso il 2% di quote di mercato continentale rispetto ai porti del Nord Europa, gli altri porti del Mediterraneo hanno guadagnato il 7%
  • Scarsa integrazione tra i porti e il sistema ferroviario specialmente nel Mezzogiorno: quota modale ferroviaria inferiore al 13%, fatta eccezione per Trieste, 30% e La Spezia, 27%

Le azioni proposte, finanziate principalmente con fondi pubblici, sono:

  1. Definire un piano strategico dei poli logistici intermodali, inclusivo dei poli strategici del Sud Italia, e prevedere una integrazione con i principali corridoi internazionali (ad es. RFC):
    • Istituire una governance, demandata ad autorità competente, per identificare investimenti prioritari del SNI1 dei Trasporti del 2001 e accorciarne le tempistiche di implementazione;
    • Sbloccare la realizzazione di infrastrutture logistiche già approvate, ma mai iniziate o fortemente rallentate (ad es., Terzo Valico dei Giovi – Corridoio Genova Rotterdam);
    • Dare priorità e assicurare una rapida esecuzione (modello AV/AC Napoli-Bari) per investimenti strategici di Ferrovie dello Stato nell’ambito del piano industriale 2019-2023.
  2. Misure per il potenziamento dei porti e dei loro collegamenti terrestri:
    • Estendere i corridoi ferroviari merci (RFC) europei, attivati e in corso di attivazione, sino all’interno dei porti gateway internazionali;
    • Promuovere e incentivare le iniziative già completate di digitalizzazione dei porti (ad es., sdoganamento in mare, fascicolo elettronico, fast corridor) da parte della Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per ridurre la disomogeneità dei porti italiani ed eliminare lo stop and go delle merci nei porti;
    • Convertire aree portuali in disuso (e.g. siti Enel Produzione) in zone economiche speciali e zone di logistica semplificata per svolgere attività legate ai depositi doganali;
    • Ampliare il perimetro della rete ferroviaria nazionale con l’inclusione anche dell’infrastruttura ferroviaria portuale.
  3. Misure per il potenziamento e consolidamento del sistema ferroviario:
    • Rinnovare reti ferroviarie chiave attraverso dismissione di infrastrutture obsolete (ad es., diverse tratte chiave del Sud, tratta litoranea costa Est) e la sostituzione con nuove linee (ad es., alta velocità);
    • Attuare il DL 50 del 2017 con accelerazione trasferimento reti ferroviarie regionali (ex ferrovie concesse) in rete ferroviaria nazionale;
    • Incentivare il consolidamento del settore per favorire efficienza e livello di servizio.