Pubblicato il 13 Giugno 2025

L’elettrificazione della mobilità è un fenomeno globale e irreversibile, intrinsecamente legato alla digitalizzazione dei veicoli e al più ampio processo di transizione energetica.

In questo scenario, il settore dell’automotive sta attraversando la sua più grande trasformazione in 150 anni di storia, con la transizione verso l’elettrificazione che si configura come elemento centrale di questa evoluzione tecnologica.

A riguardo, Motus-E, l’associazione italiana dell’e-mobility, ha recentemente pubblicato il suo “Libro Bianco sulla Mobilità Elettrica 2025”, presentato a Roma in occasione della conferenza “Innovazione automotive: un pilastro della competitività europea”.

Il libro offre una panoramica completa, stimolando un dibattito consapevole sulla trasformazione tecnologica dei trasporti, con particolare attenzione all’evoluzione di veicoli, batterie e infrastrutture di ricarica.

Le analisi presenti nel documento includono dati aggiornati a marzo 2025; dati che sono stati illustrati di recente anche dal Cluster Trasporti in un workshop dedicato agli scenari del mercato dell’automotive italiano ed europeo in Italia e in Europa, tenutosi lo scorso 31 marzo presso la Sala Pininfarina di Confindustria. Evento in cui è stato posto l’accento sulla necessità del principio di neutralità tecnologica per una transizione ecologicamente razionale, sottolineando le principali criticità del quadro nazionale.

I dati riportati nel “Libro bianco 2025” di Motus-E

Il mercato dei veicoli elettrici

Nella prima metà del 2025, la penetrazione dei veicoli elettrici a batteria (BEV) in Europa occidentale ha raggiunto il 18,4%. Le proiezioni indicano una quota di mercato dei BEV fino al 26% nel 2026, grazie all’espansione di modelli più accessibili con l’obiettivo di democratizzare la mobilità elettrica.

In Italia, le vendite di veicoli elettrici sono aumentate del 75% nel primo trimestre 2025, nonostante un calo generale del mercato. Cresce anche il parco circolante di BEV italiano, che è salito a circa 300 mila unità, con una crescita dell’830% negli ultimi cinque anni.

L’evoluzione delle batterie e l’economia circolare 

Le batterie agli ioni di litio rappresentano un elemento cruciale per il processo di elettrificazione, con le Litio-Ferro-Fosfato (LFP) che guadagnano terreno rispetto alle Nichel-Manganese-Cobalto (NMC) per costo e sostenibilità. 

Le innovazioni includono elettrodi a secco e batterie sodio-ione, mentre il costo medio dei pacchi batteria è sceso a 115 dollari per kWh nel 2024.

Il riciclo delle batterie rappresenta un’opportunità strategica per l’Italia, sebbene il recupero di materiali preziosi sia ancora limitato e la “black mass” venga esportata in Asia.

Il “second life” delle batterie, ovvero il loro riutilizzo in sistemi di accumulo stazionario (BESS), inoltre, è sempre più importante per l’integrazione delle energie rinnovabili.

Sviluppo delle infrastrutture di ricarica

L’Italia sta progredendo rapidamente nello sviluppo della sua infrastruttura di ricarica. Al 31 marzo 2025, il Paese contava 65.992 punti di ricarica a uso pubblico installati, di cui 55.549 attivi.

I punti di ricarica ad alta potenza (superiori a 150 kW), nello specifico, hanno registrato una crescita significativa sul territorio nazionale, raggiungendo le 4.230 unità e indicando un’evoluzione verso la copertura delle esigenze di lunga percorrenza.

La distribuzione geografica vede il 57% dei punti di ricarica nel Nord Italia, il 20% al Centro e il 23% nel Sud e nelle Isole, con un notevole avanzamento in quest’ultima area.

Sulla rete autostradale, il 45,5% delle aree di servizio dispone di almeno un punto di ricarica.

A livello globale, la Cina è leader con oltre 2,7 milioni di punti di ricarica pubblici, seguita dall’Europa con oltre 1 milione; l’Italia si colloca nella fascia medio-bassa in termini assoluti tra i principali Paesi europei, superando Spagna e Norvegia.

Con riferimento al rapporto tra punti di ricarica disponibili e BEV circolanti, l’Italia occupa il quarto posto a livello globale, e il secondo se si considerano solo le installazioni in corrente continua (DC). Tuttavia, in termini di punti di ricarica per 10 mila abitanti, l’Italia si trova al terzultimo posto tra i Paesi analizzati, indicando la necessità di una maggiore capillarità della rete.

Oggi, inoltre, stanno emergendo nuove modalità di ricarica, come le stazioni a bassa potenza per contesti urbani e le soluzioni con accumulo, per ottimizzare la gestione dell’energia e integrare le fonti rinnovabili. Tecnologie come lo “smart charging” e il “Vehicle-to-Grid (V2G)” sono considerate cruciali per la stabilizzazione della rete elettrica e l’ottimizzazione dei consumi.

Normative e investimenti per la mobilità elettrica

Il quadro normativo europeo, con direttive come il Fit for 55, Euro 7 e l’AFIR, sta guidando la transizione attraverso la definizione di limiti alle emissioni, lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica e la promozione della sostenibilità delle batterie.
 
A livello nazionale, l’Italia ha introdotto diversi strumenti, tra cui il Fondo Automotive e l’Ecobonus, per incentivare l’acquisto di veicoli a basse emissioni e la realizzazione di infrastrutture di ricarica.
 
Una parte significativa degli investimenti in nuovi prodotti si concentra su componenti invarianti rispetto alla motorizzazione (elettrica o a combustione interna), il che attenua i rischi tecnologici, ma potrebbe però limitare la crescita in segmenti emergenti.
 
Permangono preoccupazioni riguardo agli investimenti marginali in software per veicoli e all’innovazione di processo, nonché alle difficoltà delle piccole e medie imprese, soprattutto nel Sud Italia.
 
Un ostacolo significativo per l’Italia resta il costo elevato dell’energia elettrica applicato alla ricarica in media tensione, che incide sulla convenienza economica dei veicoli elettrici per alcune categorie di utenti.