Pubblicato il 17 Dicembre 2025

Dopo una prolungata fase di discussione, la Commissione europea ha finalmente introdotto il nuovo pacchetto Automotive, una raccolta di modifiche specifiche e integrazioni normative pensate per sostenere attivamente i produttori del settore nella complessa transizione verso una mobilità a zero emissioni.

Il pacchetto di misure è stato rielaborato con l’obiettivo di garantire non solo la neutralità climatica entro il 2050, ma anche di rafforzare la competitività industriale e l’indipendenza dell’Europa, ma la vera notizia risiede nella flessibilità concessa alle case automobilistiche, che preserva un futuro per i motori a combustione interna.

Il grande compromesso: flessibilità e compensazione post-2035

La revisione degli standard di emissione di anidride carbonica per le vetture e i furgoni mantiene saldo il segnale verso la completa elettrificazione, ma introduce una neutralità tecnologica fondamentale per l’industria. Il punto di svolta si manifesta a partire dal 2035: sebbene i costruttori dovranno raggiungere una drastica riduzione del 90% delle emissioni direttamente dallo scarico, il rimanente 10% potrà essere compensato attraverso due specifici meccanismi.

Il primo riguarda l’utilizzo di acciaio a basse emissioni di carbonio, purché prodotto all’interno dell’Unione, con crediti che possono coprire fino al 7% dell’obiettivo di riferimento stabilito nel 2021. Il secondo consiste nei risparmi effettivi di emissioni generati dall’immissione sul mercato di biocarburanti ed e-carburanti, i cui crediti possono coprire fino al 3% del medesimo obiettivo 2021. Questa misura normativa assicura, inoltre, che veicoli ibridi (incluso plug-in e mild hybrids), i range extenders – ovvero quelli con estensore di autonomia -, e persino i tradizionali motori a combustione interna, possano restare sulle strade oltre la scadenza del 2035, affiancando i mezzi a idrogeno o completamente elettrici.

Incentivi mirati e alleggerimenti per i mezzi pesanti

Per stimolare la produzione interna di modelli elettrici di piccole dimensioni ed economicamente accessibili, l’UE ha ideato il sistema dei “Super Credits“. Fino al 2035, questi veicoli fabbricati in Europa saranno valutati 1,3 volte il loro peso reale (anziché 1) nel calcolo della conformità ai target di CO2, incentivandone l’introduzione sul mercato.

Anche il settore del trasporto leggero ha ottenuto un sostegno concreto: l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 per i furgoni è stato alleggerito, passando dal 50% al 40% entro il 2030, riconoscendo le complessità strutturali che ostacolano l’adozione di veicoli elettrici in quel segmento.

Inoltre, per facilitare la gestione degli obiettivi tra il 2030 e il 2032, è stata introdotta la flessibilità di conformità pluriennale, nota come “banking and borrowing,” che permette ai produttori di compensare eventuali sforamenti in un anno specifico con risultati migliori ottenuti in un altro anno del periodo.

Parallelamente, una modifica mirata per i veicoli pesanti aumenta la flessibilità per il 2030, consentendo ai produttori di autocarri e pullman di accumulare più crediti di emissione in anticipo, potendo generarli non appena le loro emissioni scendono sotto la soglia annuale.

La leva dei veicoli aziendali e il paletto “Made in EU”

Una leva strategica cruciale per orientare rapidamente il mercato risiede nell’iniziativa dedicata ai veicoli aziendali, un segmento che da solo copre circa il 60% delle nuove auto e il 90% dei nuovi furgoni immatricolati nell’Unione.

Gli Stati membri saranno vincolati a imporre che una quota minima, stabilita e differenziata per Paese, delle nuove immatricolazioni di auto e furgoni aziendali, acquistati dalle grandi imprese, sia composta da veicoli a basse o zero emissioni, con decorrenza dal 2030.

Questi obiettivi includeranno un sotto-obiettivo specifico per i veicoli completamente a zero emissioni. Ma il vero scudo protezionistico è rappresentato dal requisito “Made in the EU“. I governi nazionali non potranno più offrire alcun incentivo finanziario, sia per l’acquisto sia per l’utilizzo, a veicoli aziendali che non rispettino i requisiti di basse o zero emissioni e che, contestualmente, non siano stati prodotti all’interno dell’Unione europea.

L’alleggerimento burocratico con l’Automotive Omnibus

L’iniziativa di semplificazione, ribattezzata “Automotive Omnibus,” si concentra sull’eliminazione di oneri amministrativi superflui e sulla riduzione dei costi di conformità per le imprese. Si stima che questo alleggerimento burocratico farà risparmiare alle aziende circa 706 milioni di euro ogni anno.

Tra le modifiche operative, spicca l’introduzione di una nuova sottocategoria europea armonizzata, la “M1E,” che identifica i piccoli veicoli elettrici con una lunghezza massima di 4,2 metri. Questa definizione standardizzata semplifica l’introduzione di schemi di incentivazione nazionali mirati.

Sono state inoltre stabilite esenzioni per gli e-van (N2) con peso lordo tra 3,5 e 4,25 tonnellate impiegati esclusivamente per il trasporto nazionale, liberandoli dall’obbligo di installare limitatori di velocità e tachigrafi intelligenti, garantendo così parità di trattamento con i veicoli a combustibile fossile.

La Commissione interviene anche sul Regolamento Euro 7, proponendo di eliminare test giudicati ridondanti, come quello di laboratorio a bassa temperatura (Tipo 6), che duplicava requisiti preesistenti.

Infine, è prevista l’abrogazione del regolamento sul rumore per rimuovere uno svantaggio competitivo per i produttori europei che commerciano a livello globale, evitando la necessità di conformarsi a due serie distinte di requisiti.

Il potenziamento strutturale: Battery Booster e trasparenza

Per cementare la spina dorsale della mobilità elettrica, l’iniziativa “Battery Booster” convoglia fondi con l’obiettivo specifico di fortificare l’intera filiera produttiva delle batterie sul continente.

Nello specifico, è stato stanziato un totale di 1,8 miliardi di euro per accelerare lo sviluppo di una catena del valore interamente europea. Di questi, ben 1,5 miliardi di euro saranno resi disponibili sotto forma di prestiti a interesse zero per sostenere i produttori europei di celle di batteria, mirando a rafforzare la competitività dei costi e garantire catene di approvvigionamento resilienti e sostenibili nell’UE.

A tutela dei consumatori, le regole di etichettatura automobilistica, risalenti al 1999, sono state aggiornate per assicurare la massima trasparenza. Le etichette, ora armonizzate su scala UE e basate sul design energetico già noto, forniranno dati chiari su CO2 ed efficienza.

La grande novità è l’inclusione di informazioni essenziali come l’autonomia e il consumo di energia elettrica per i veicoli elettrici. Lo scopo di questa etichettatura è stato ampliato in modo significativo: prima limitata solo alle auto nuove, ora si estende anche ai furgoni nuovi e, per la prima volta, ai veicoli usati (auto e furgoni).

Parallelamente, si alleggerisce l’onere per i concessionari eliminando l’obbligo di produrre guide e poster informativi in formato cartaceo.