Pubblicato il 24 Dicembre 2025
Si è aperto un nuovo dibattito sul futuro dell’automotive a seguito della revisione del nuovo pacchetto da parte della Commissione europea, un documento che arriva dopo un anno di consultazioni con l’industria e gli stakeholder. Secondo Ennio Cascetta, presidente del Cluster Nazionale Trasporti, “è un pacchetto con luci e ombre”, che apre la strada a un approccio più eco-razionale con riferimento alle politiche di decarbonizzazione.
Tra gli aspetti positivi, Cascetta sottolinea il recepimento di istanze che il Cluster tecnologico trasporti aveva avanzato, insieme a tanti altri, negli anni scorsi per correggere l’impostazione iniziale del Green Deal sulla transizione energetica. In particolare, sottolinea come sia fondamentale che nel documento europeo ci sia “finalmente un riconoscimento dei bio combustibili, il biodiesel, il biometano come combustibili verdi”, settori in cui l’Italia vanta una leadership mondiale in termini di know-how e capacità produttiva.
Un punto di svolta anche scientifico è rappresentato dal possibile passaggio al calcolo delle emissioni “dal pozzo alla ruota” (well-to-wheel), superando il limitato approccio che considera solo le emissioni al tubo di scarico. Cascetta chiarisce che questo metodo è più equilibrato perché “consente ai biocombustibili di recuperare il cosiddetto credito carbonico”, valorizzando la CO2 assorbita durante la produzione del combustibile vegetale. Inoltre, tiene anche conto di come si produce l’energia elettrica, premiando i Paesi che sono più avanti sulla produzione da rinnovabili, come l’Italia, rispetto ad altri che ancora usano percentuali molto alte di gas e soprattutto carbon fossile.
L’analisi prosegue considerando l’apertura verso i motori a combustione interna oltre la scadenza del 2035, includendo veicoli plug-in, ibridi e tecnologie innovative come i motori elettrici con “range extender“. Una tipologia alternativa e complementare al full electric di grande rilevanza per la transizione perché favorisce un’adozione più graduale e consapevole dei modelli elettrici, “superando così il timore dell’autonomia limitata”.
Il presidente esprime inoltre soddisfazione anche per la flessibilità concessa ai veicoli pesanti e commerciali, riconoscendo la diversità tecnologica di questo segmento rispetto alle auto private. Una scelta che, d’altra parte, è obbligata, data la complessità e le diverse dinamiche di mercato che caratterizzano la movimentazione delle merci rispetto alla mobilità e alla luce degli ultimi dati sull’impatto ambientale: “i veicoli del trasporto merci e della logistica contribuiscono in maniera significativa alle emissioni di CO2”, pesando oggi per oltre il 30% del totale, con una tendenza in crescita della percentuale di CO2 emessa, in particolare dai furgoni a causa dell’aumento dell’e-commerce.
Tuttavia, commenta Cascetta, molto resta da fare per una piena eco-razionalità, ossia il raggiungimento di obiettivi ambientali realistici con il minimo “costo sociale“ possibile. Molto dipenderà innanzitutto dai regolamenti che interpreteranno gli indirizzi approvati. In quest’ottica, Cascetta evidenzia come sia urgente una politica industriale volta a rafforzare la filiera automotive europea, individuando nel “local content” un primo segnale positivo che deve essere però accompagnato dal sostegno all’innovazione e alle nuove tecnologie, come la digitalizzazione e lo sviluppo della guida autonoma.
Inoltre andrebbe riconosciuto che il mercato è fatto anche dalla domanda e non solo dalle case produttrici dei veicoli. Porre limiti rigidi da oggi a 10 anni e oltre significa non riconoscere gli enormi fattori di incertezza locale e globale che giocano un ruolo molto importante su domanda e offerta, basti pensare alle guerre e al costo dell’energia e delle materie prime. Incertezze e mercato che andrebbero meglio affrontati con un approccio dinamico di monitoraggio dei fenomeni e adeguamento continuo di incentivi e disincentivi per avvicinarsi agli obiettivi.