Pubblicato il 31 Ottobre 2022

“Il non inaspettato accordo raggiunto tra le istituzioni europee sui nuovi target di emissioni di CO2 (-100% rispetto ai livelli del 2021) di auto e veicoli commerciali leggeri al 2035 – la prima intesa del pacchetto normativo Fit for 55 – richiede ora alla filiera automotive italiana e all’intero sistema Paese un rapido ed effettivo cambio di passo”.

A seguito dell’accordo sulla riduzione delle emissioni di CO2 ratificato nei giorni scorsi tra Consiglio e Parlamento Europeo, ANFIA sollecita il governo a riprendere al più presto il confronto con la filiera automotive per “identificare ulteriori strumenti volti ad ampliare le possibilità delle imprese di avviare investimenti e riconversioni produttive, negoziando nuovi strumenti a Bruxelles, se necessario, perché in particolare il quantum minimo dei contratti di sviluppo rischia di escludere dal sostegno pubblico molte PMI, cuore del tessuto industriale del nostro Paese”.

Garantire il diritto alla mobilità e una capillare fruibilità

A livello europeo – spiega l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica – sono prioritarie l’attuazione di una politica energetica che permetta di generare energia elettrica al 100% da fonti rinnovabili entro il 2035 e la definizione di un piano strategico per la localizzazione in Europa le attività della filiera delle batterie per veicoli elettrici a monte delle gigafactory (come il trattamento termico e chimico dei precursori per trasformarli in catodi/anodi), ad oggi una prerogativa quasi unicamente cinese, così da evitare una svantaggiosa dipendenza dalla Cina, già leader nell’estrazione dei metalli e nella loro raffinazione.

Lo sviluppo infrastrutturale, con target vincolanti per i singoli Stati membri, è un’altra fondamentale condizione da realizzare per garantire ai consumatori una capillare fruibilità, oltre che l’accessibilità economica, dei veicoli a zero emissioni, salvaguardandone il diritto alla mobilità.
Tutti gli stakeholder coinvolti – conclude ANFIA – sono chiamati ora a fare la propria parte per mantenere ed accrescere la competitività internazionale della manifattura europea.