Pubblicato il 16 Settembre 2022

Inaugurando la Settimana Europea della Mobilità, dedicata quest’anno al miglioramento delle connessioni con un focus sulla mobilità urbana (“Better Connections”), il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, traccia il percorso, in termini di interventi e risorse distribuite, investite e programmate per i prossimi anni su tutte le modalità di trasporto, che hanno caratterizzato il processo di rinnovamento avviato con il cambio del nome del ministero.

Negli ultimi diciotto mesi, al fine di migliorare la mobilità in tutto il Paese, renderla più sostenibile e più resiliente alla crisi climatica è stato dato il via a investimenti aggiuntivi per oltre 94 miliardi di euro.

Grazie alle decisioni assunte durante il Governo Draghi – spiega il Ministro – nei prossimi anni verranno realizzati 700 chilometri in più di ferrovie ad alta velocità e di linee regionali, soprattutto al Sud con una drastica riduzione delle disuguaglianze territoriali, 216 chilometri in più di nuove metro, tranvie, busvie nelle città, 1.800 km di piste ciclabili urbane ed extraurbane, realizzate nuove connessioni e potenziamenti ferroviari con 11 porti e 13 aeroporti.

Verranno effettuati interventi di manutenzione su 2.000 chilometri di strade provinciali e regionali, acquistati nuovi treni passeggeri (specialmente al Sud) e merci, rinnovate 55 stazioni ferroviarie al Sud, acquistati circa 5.000 autobus ecologici per rimpiazzare quelli più inquinanti, realizzate decine di stazioni di ricarica elettrica e a idrogeno sulle autostrade.

Gli ingenti investimenti utilizzeranno le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), del Piano Nazionale complementare (Pnc), dell’ultima legge di Bilancio e dell’anticipazione del Fondo Sviluppo e Coesione (Fsc) anche all’insegna della digitalizzazione e della resilienza alla crisi climatica, e sono stati accompagnati da importanti riforme delle normative di settore (trasporto ferroviario, marittimo, locale) e da modifiche del Codice della Strada e del Codice Civile per renderli adeguati alle nuove esigenze, nonché dalla pianificazione strategica dei diversi comparti (dalle ferrovie alle strade e alle autostrade, dalla mobilità ciclistica alla sicurezza stradale, dalla portualità alla logistica) e dall’emanazione di linee guida per realizzare infrastrutture sostenibili e resilienti alla crisi climatica.

Investimenti per 280 miliardi nei prossimi 10 anni

Come risulta nell’Allegato Infrastrutture, logistica e mobilità al Documento di economia e finanza (Def) 2022, gli investimenti programmati per i prossimi dieci anni sono pari a un valore di circa 280 miliardi di euro, di cui 209 miliardi già disponibili.

Nello specifico, le risorse sulla mobilità urbana che possono essere utilizzate nell’immediato e per i prossimi dieci anni per il potenziamento del trasporto rapido di massa nelle città sono pari a 8,7 miliardi di euro, per l’acquisto di autobus a basse emissioni (elettrici, idrogeno, metano) sono previsti stanziamenti per complessivi 3 miliardi di euro: per l’acquisto di treni passeggeri e merci 600 milioni di euro e per il potenziamento e lo sviluppo delle ciclovie urbane ed extraurbane sono previsti 600 milioni.

In particolare, le risorse del Pnrr devono essere investite entro il 2026, anno in cui dovranno essere state realizzati 500 chilometri di piste ciclabili urbane, circa 200 chilometri di linee per il trasporto rapido di massa e acquistati circa 3.000 autobus a emissioni zero.

L’Osservatorio nazionale per il monitoraggio della mobilità sostenibile

Tra le altre iniziative messe in campo dal Mims con l’obiettivo di migliorare la governance della mobilità locale in un’ottica di sostenibilità, oggi si è riunito il nuovo “Osservatorio nazionale per il supporto alla programmazione e per il monitoraggio della mobilità locale sostenibile”, che ha il compito di:

  • predisporre modelli di elaborazione dei dati trasportistici, economici e ambientali per la programmazione integrata dei servizi di mobilità, l’individuazione di soluzioni innovative di mobilità sostenibile nelle aree urbane;

  • predisporre modelli per assicurare un’attività uniforme dei mobility manager d’area, aziendali e scolastici;

  • definire gli elementi minimi per la predisposizione dei Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile (PUMS);

  • valutare le proposte di investimento nel settore della mobilità locale, coordinandole con gli indirizzi di politica industriale che riguardano le filiere produttive interessate;

  • integrare politiche di sviluppo urbano e metropolitano con la programmazione della mobilità pubblica.

Inoltre, questa settimana si è riunito il tavolo tecnico finalizzato a potenziare la figura del mobility manager, attraverso lo scambio di esperienze e l’individuazione di soluzioni da adottare in tutto il Paese.