Pubblicato il 30 Maggio 2025

Durante il Convegno del Cluster Trasporti si è dato ampio spazio a una tavola rotonda tra operatori ed esperti del settore del trasporto pubblico locale (TPL) per mettere a fuoco le sfide e le opportunità della “settima rivoluzione dei trasporti”.

Tra le tematiche affrontate spicca, in particolare, la necessità di una maggiore industrializzazione del settore, per superare la frammentazione e attrarre investimenti, rendendo il settore del TPL più efficiente e standardizzato. La transizione energetica, d’altra parte, impone scelte cruciali sulla neutralità tecnologica, considerando le diverse soluzioni disponibili (elettrico, biometano e ibrido) e valutandone l’impatto operativo e infrastrutturale.

La mobilità del futuro richiede anche ingenti risorse economiche, che non sempre sono adeguatamente stanziate o facilmente utilizzabili. Al contempo, la trasformazione digitale va ben oltre la semplice adozione di tecnologie; nello specifico, richiede l’implementazione di architetture moderne, l’interoperabilità dei sistemi, modelli organizzativi adeguati oltre a un significativo sforzo nel change management e nella formazione del personale. Alla luce di questo scenario digitalizzato, la sicurezza informatica (cybersecurity), inoltre, assume un ruolo fondamentale e non negoziabile per proteggere le infrastrutture e i dati sensibili.

La mobilità del futuro deve essere sostenuta da un approccio sistemico, che integri le diverse modalità di trasporto (bus, ferro, metro) e che coinvolga tutti gli stakeholder (operatori, industria, pubblica amministrazione e centri di ricerca) per definire standard, facilitare l’innovazione e garantire l’efficacia degli investimenti. In questa cornice, progetti e iniziative nazionali come Most e HD Motion sono citati come esempi concreti di sforzi collaborativi volti a supportare l’innovazione e la formazione nel settore.

Le soluzioni per una mobilità più flessibile e integrata 

La tavola rotonda moderata da Massimo De Donato del Cluster Trasporti è stata un’occasione per fare il punto sul TPL, offrendo un quadro dettagliato delle dinamiche potenzialmente disruptive in atto, esplorando le criticità attuali, ma soprattutto le opportunità future per un TPL più sostenibile, digitale e resiliente.

Angelo Costa, vicepresidente di Agens, ha sottolineato i cambiamenti in corso nel settore del trasporto pubblico locale, trainati in particolare da due fattori “disruptive“: l’innovazione nelle nuove alimentazioni e la digitalizzazione dei servizi. Agens, attraverso i suoi principali operatori, ha definito l’industrializzazione del settore come programma associativo; un processo che mira a una migliore efficienza del servizio, puntando a una standardizzazione dei processi. Le principali criticità includono una stratificazione di rapporti e contratti, che non agevola questo processo di standardizzazione, rendendo il settore frammentato e meno attrattivo per gli investitori. Tra le priorità spicca la valorizzazione del comparto, affrontando anche la carenza di autisti e migliorando le relazioni industriali per supportare l’upskilling e il reskilling delle risorse esistenti in risposta all’evoluzione tecnologica e digitale.

Massimo Nitti, vicepresidente di Asstra, ha evidenziato l’importanza della transizione ecologica, un processo in atto con investimenti in corso per il rinnovo del parco con mezzi non inquinanti. Tuttavia, ha evidenziato un problema operativo spesso sottovalutato dalle aziende di trasporto, che subiscono queste dinamiche. I mezzi elettrici, ad esempio, hanno un impatto organizzativo non indifferente, influenzato da fattori come il carico di passeggeri e le condizioni ambientali che riducono. Questo richiede un parco mezzi significativamente superiore rispetto agli autobus classici e investimenti infrastrutturali (stazioni di ricarica) e sull’organizzazione del lavoro. Sul piano delle risorse, inoltre, nonostante siano stati fatti investimenti significativi, non è stato raggiunto un adeguato livello di servizio alle esigenze del presente.

La necessità di una gradualità nel percorso di transizione ecologica, in linea con le indicazioni istituzionali e le realtà pratiche, è stata condivisa anche da Massimo Locatelli di Anav Lombardia; una gradualità dettata dalla necessità di risorse aggiuntive, dai risultati effettivi sulla riduzione dell’inquinamento, e dalla limitata capacità produttiva delle case costruttrici, che non sono state e non sono in grado di consegnare gli autobus rapidamente. Oggi migliaia di autobus Euro3 sono ancora in circolazione, e l’anzianità media del parco extraurbano potrebbe aumentare nei prossimi anni nonostante gli investimenti, a seconda delle scelte tecnologiche. Un altro problema urgente riguarda la carenza di autisti, che rende difficile garantire il servizio attuale.

In seguito, Giampiero Mastinu del Politecnico di Milano ha illustrato uno studio sull’industria degli autobus in Italia focalizzato sull’efficacia delle diverse motorizzazioni attraverso una valutazione Life Cycle Assessment (LCA). Per le emissioni di CO2, il veicolo a biometano risultava vincente rispetto all’elettrico con dati di qualche anno fa; e lo sarebbe ancora di più con le tecnologie attuali. L’elettrico prevale invece in altri indicatori come il particolato e l’ecotossicità terrestre. Anche i biocombustibili rappresentano una soluzione importante per la transizione, specialmente per i veicoli suburbani. Alla luce di questi dati, l’autobus ibrido a biometano-elettrico potrebbe essere una soluzione che unisce i benefici di entrambe le tecnologie.

Dario Ferrillo di Almaviva ha evidenziato le principali sfide della trasformazione digitale per il TPL; una rivoluzione che impatta sia le infrastrutture, come le smart road, sia sui servizi con nuovi modelli di business. L’introduzione di tecnologie moderne richiede architetture moderne (interoperabilità, cloud) e investimenti non solo iniziali, ma anche per garantire la sostenibilità nel tempo. Pertanto, è fondamentale affiancare alla tecnologia un cambio dei modelli organizzativi e percorsi di change management per il personale. Almaviva è attiva nel settore tramite acquisizioni strategiche e piattaforme per la mobilità integrata, utilizzando l’intelligenza artificiale per la digitalizzazione del settore.

Gabriele Vargiu di Iveco ha ribadito l’importanza del concetto di neutralità tecnologica, scegliendo la soluzione migliore in base alla specifica missione di trasporto. Ha evidenziato la mancanza di certezza sugli investimenti pubblici per il rinnovo del parco circolante, sottolineando che non esiste uno stanziamento annuale strutturale sufficiente per raggiungere gli obiettivi di riduzione e mantenimento dell’età media della flotta. Nonostante l’affollamento di risorse abbia favorito un rinnovo necessario, questo periodo si sta concludendo. In questo contesto, una parte dei 7 miliardi di euro del Social Climate Fund (dal 2026) potrebbero rappresentare un ulteriore sostegno per il rinnovo del parco autobus.

Antonella Trombetta di Hitachi ha rappresentato il punto di vista del trasporto su ferro, per definizione il mezzo di trasporto più ecologico perché mediamente elettrico. La visione di Hitachi è di guidare la transizione della mobilità mettendo il trasporto ferroviario al centro, integrandolo con altre modalità di trasporto. Gli obiettivi sono la decarbonizzazione a 360° e una forte digitalizzazione per una mobilità multimodale e integrata. In generale, è importante lavorare come parte di un unico sistema che includa operatori e gestori di infrastrutture.

Nunzio Micalizzi di Leonardo ha descritto l’attività della divisione Cyber and Security Solution di Leonardo nel settore dei trasporti, evidenziando l’importanza della digitalizzazione e della sicurezza come elementi distintivi. Un elemento caratterizzante e fondamentale dell’offerta di Leonardo è la Cybersecurity e la Resilience, integrate fin dalla fase di progettazione perché la superficie digitale delle infrastrutture sta crescendo esponenzialmente, aumentando di conseguenza la “superficie d’attacco” e le potenziali minacce malevole.

Infine, Gaetano Fusco del Most Spoke 9 ha evidenziato le potenzialità del Most, il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, per l’evoluzione del settore. Lo Spoke 9, in particolare, focalizza sulla mobilità urbana con un approccio sistemico, studiando governance, infrastrutture, servizi e tecnologie. Di fronte a tendenze come la dispersione urbana che riducono le economie di scala del TPL, la risposta sta nell’uso delle tecnologie per l’automazione, la comunicazione e la gestione digitale. È fondamentale una piattaforma digitale integrata per raccogliere e sfruttare i dati per migliorare pianificazione e gestione. La “vera intelligenza” del sistema risiede nella sua progettazione e nella formazione del personale per utilizzare queste tecnologie.