Pubblicato il 3 Aprile 2017

L’industria automotive è di primaria importanza nell’economia dell’Ue e gioca un ruolo fondamentale nel commercio internazionale. E’ quanto emerge da uno studio Anfia sul trade dell’industria automotive elaborato su dati Istat.

Relativamente all’Italia, nel 2016 le esportazioni sono in crescita (+1,1% in valore e +1,2% in volume) mentre le importazioni registrano una diminuzione (-1,4%) in valore e un aumento (+3,1%) in volume. Il valore delle importazioni al netto dell’energia risulta in aumento (+1,5%). Da segnalare la forte crescita nell’anno delle vendite all’estero di autoveicoli (+7%). Nel 2015 infatti, nella classifica mondiale dei primi 20 paesi esportatori, l’Italia si piazza in 10° posizione mantenendo il 2,8% di quota mondiale, mentre nella classifica mondiale dei primi 20 paesi importatori, l’Italia è in 11° posizione con il 2,4% di quota mondiale. Per quanto concerne gli investimenti diretti esteri in entrata, tra i paesi destinatari, l’Italia è 18ma e per gli investimenti diretti esteri in uscita è 16ma tra i paesi d’origine (elaborazioni ICE su dati Unctad).

Il trade rilevato da Anfia, sulla base dei dati del commercio estero di Istat, fa emergere che nel 2016 le esportazioni dell’industria automotive valgono oltre 39 miliardi di euro (+3,5%), mentre le importazioni valgono oltre 43 miliardi (+17%) e generano un saldo negativo di circa 4 miliardi di euro; l’ambito considerato ha un valore di export pari a 34,2 miliardi di euro e uno di import pari a 38,9, con un saldo negativo di 4,7 miliardi di euro. Il settore esporta per 19,1 miliardi di euro (+7%) e importa per 28,7 (+26%). Il settore della componentistica esporta per circa 20 miliardi di euro ed importa per 14,4, con un saldo attivo di 5,5 miliardi.

Nell’anno 2016 il valore complessivo delle esportazioni italiane di componenti ha raggiunto circa 19,97 mld di euro, con un incremento dello 0,3%, mentre il valore complessivo delle importazioni di componenti per autoveicoli è ammontato a 14,44 mld di euro, in aumento del 2,8% sul 2015. Il saldo positivo generato è stato di 5,52 miliardi di euro, con una riduzione del 5,7% rispetto ai 5,86 miliardi di euro realizzati nel 2015. L’export verso i paesi extra UE è di 6,0 mld di euro (-2,3%), pesa per il 30% di tutto l’export componenti (era il 31% nel 2015) e produce un saldo positivo di 2,1 mld di euro (2,24 miliardi il saldo del 2015, -5,3%).

Le aziende italiane esportano componenti verso l’area Nafta per un valore di 1,5 mld di euro mantenendo un saldo attivo di oltre 605 mln (era di 892 mln nel 2015). Il valore dell’export cala del 28% verso USA, del 13% verso Canada ma recupera nell’ultima parte dell’anno verso il Messico, +0,9% la crescita annuale. Il valore dell’export verso il Giappone (il 4° mercato extra-UE, dopo Turchia, USA e Brasile) con 395 mln di euro, +31% rispetto al 2015 e un saldo positivo di 174 mln, supera quello verso la Cina (346 milioni di euro, +16%; ma 690 milioni di saldo negativo, che peggiora se si aggiunge il trade con Taiwan, che genera un saldo negativo di 115 milioni di euro).

L’export dei componenti elettrici ed affini registra un incremento del 6,3%, con un saldo positivo di 71 milioni di euro (era di 75 mln circa nel 2015). Per i singoli componenti hanno un saldo positivo significativo le voci: motori (1,13 mld di euro), freni (945 mln di euro), ponti con differenziale (674 mln), pompe (374 mln di euro), vetri (325 mln di euro), ruote (303 mln), fari e lampade (222 mln). L’import vale 14,44 miliardi di euro (+2,8% sul 2015). Le parti meccaniche pesano per il 56% sul totale importazioni componenti (+6,1%). In aumento anche il valore delle importazioni di componenti elettrici e affini (+6,8%). Per i singoli prodotti merceologici si registrano aumenti significativi del valore dell’import di cinture di sicurezza (+43,6%), freni (+11,5%), fari/lampade (+11,3%), radiatori (+16,4%), condizionatori d’aria (+35,4%), frizioni (+9%), apparecchi per l’accensione (+11%), airbags (+15%).