Pubblicato il 12 Settembre 2023

La tenuta del sistema logistico italiano ed europeo è a rischio, ma gli investimenti per affrontare in modo strutturale questo problema non sono previsti in nessuno strumento programmatico. È questa, in sintesi, la posizione che il presidente del Cluster Trasporti, Ennio Cascetta, ha espresso nel suo articolo pubblicato oggi sul quotidiano Il Sole 24 Ore.

La recente interruzione del transito nel traforo del Frejus a causa di una frana in territorio francese ha messo a nudo questo aspetto a fronte delle serie difficoltà emerse con lo spostamento temporaneo del flusso di merci e persone al traforo del Monte Bianco.

“Come spesso accade, una crisi di sistema ha portato all’attenzione pubblica temi che di solito non lo sono, ma ha anche suscitato reazioni e proposte non del tutto realistiche, quando non infondate”, osserva Cascetta.

I dati sono chiari: sul versante alpino francese ogni anno transitano 54 milioni di tonnellate di merce e sulla strada se ne trasporta più del 90%. Attraverso Frejus e Monte Bianco transitano circa 10mila veicoli ogni giorno e il 40% sono pesanti.
Oggi, come ha evidenziato il presidente del Cluster Trasporti, queste infrastrutture necessitano di una manutenzione rigenerativa e non solo di restyling, considerando che ad esempio la galleria del Monte Bianco ha 60 anni di vita. Si tratta dunque di lavori impegnativi, che possono richiedere anche 18 anni di chiusura, e non più rinviabili.

“L’età di molte infrastrutture impone lavori costosi e impattanti di rigenerazione per estendere la vita utile ai prossimi decenni – sottolinea Cascetta -. Il traffico sulle autostrade è sostituibile solo in parte dalla crescita della rete ferroviaria: il raddoppio del trasporto merci ferroviario (tutt’altro che semplice) ridurrebbe il traffico autostradale merci di circa il 10% (e solo del 4% quello complessivo su strada) così come le linee di Alta Velocità in passato non hanno ridotto il traffico viaggiatori sulle autostrade parallele”.

L’interscambio economico dell’Italia con gli altri paesi europei dipende molto dal sistema dei valichi alpini e da tutta la rete autostradale: in media un autocarro su cinque che transita sulle autostrade italiane arriva o va verso i valichi.
Allarma, dunque, conclude Cascetta, la mancanza di una percezione adeguata dei livelli di congestione di molti assi autostradali e la loro vetustà e l’assenza di strumenti programmatici di intervento.