Pubblicato il 9 Maggio 2025
In una recente intervista al quotidiano francese Le Figaro, John Elkann, presidente di Stellantis, e Luca de Meo, CEO del gruppo Renault, hanno lanciato un monito sui pericoli che minacciano il settore automotive in Europa, chiedendo una regolamentazione specifica per le vetture di piccole dimensioni.
L’allarme di entrambi è rivolto alla Commissione europea e, in particolare, a quelle normative che hanno progressivamente incentivato la produzione di “auto sempre più pesanti, sempre più costose, sempre più complesse“, riducendo l’accessibilità ad un’ampia fascia di popolazione.
Il monito di Elkann e De Meo si inserisce nel più complesso quadro del mercato automotive europeo, le cui vendite sono calate da 18 a 15 milioni di unità dal 2019. Si tratta “dell’unico dei grandi mercati mondiali che non ha ritrovato il suo livello pre-Covid”, ha precisato De Meo.
I due dirigenti automotive attribuiscono questa tendenza principalmente alle normative europee, che aumentano notevolmente i costi di produzione e, di conseguenza, rendono i veicoli meno accessibili per i consumatori. Senza un cambiamento significativo, entrambi temono che il mercato possa dimezzarsi entro i prossimi dieci anni.
Il CEO del gruppo Renault, in particolare, ha enfatizzato la necessità di “ripartire dalla domanda”. Le norme europee, ha precisato ai microfoni di Le Figaro, hanno incentivato la produzione di auto sempre più pesanti e costose: bisogna rinunciare ai SUV e rilanciare i segmenti più compatti. Una posizione in linea con quanto già espresso poche settimane fa da Cluster Trasporti nel suo position paper, intitolato “Il mercato dell’Automotive in Italia ed in Europa analizzato dal Cluster Nazionale Trasporti”.
Il documento evidenzia, infatti, un calo significativo delle nuove immatricolazioni dal periodo pre-pandemia, la predominanza dei SUV e le difficoltà nella diffusione dei veicoli elettrici puri. L’aumento dei prezzi delle auto e la diminuzione del reddito disponibile delle famiglie italiane, in particolare, hanno spostato la domanda verso il mercato dell’usato, contribuendo all’invecchiamento del parco circolante.
Per promuovere il downsizing del mercato europeo, de Meo suggerisce l’introduzione di una normativa differenziata fra auto piccole e di maggiori dimensioni, argomentando che le normative attuali sono spesso pensate per veicoli più grandi e costosi, rendendo non redditizia la produzione di auto piccole: ”Ci sono troppe norme pensate per auto più grandi e costose. Non è possibile trattare un’auto di 3,80 metri come un’auto di 5,5 metri”.
“Tra il 2015 e il 2030, il costo di una Clio sarà aumentato del 40%. Questo aumento è del 92,5% attribuibile all’attuale regolamentazione europea. Una regolamentazione che spinge all’aumento delle dimensioni delle auto. Nel 2000, la loro dimensione media era di 4,16 metri, ora è di 4,36 metri. Negli anni ’80, le auto di meno di 4 metri rappresentavano il 50% del mercato contro il 5% di oggi.”, ha continuato.
Questa condizione non si concilia, quindi, con le city car e con gli altre vetture a dimensioni ridotte che, al contrario, riscuotono ampio favore in determinati mercati, in particolare l’Italia, la Francia e laSpagna, in parte anche per l’orografia del territorio e per la conformazione delle strade.
In merito, Elkann ha precisato che questi tre Paesi sono i principali acquirenti e produttori di queste tipologie di vetture, i cui costi sono lievitati, e insieme rappresentano una quota di produzione superiore a quella della Germania. Per questo, è necessario dare priorità alla promozione della loro industria.
De Meo condivide la posizione, sottolineando che “esistono due scuole di pensiero quella di Stellantis e Renault, che insieme rappresentano il 30% del mercato e che vogliono produrre e vendere auto popolari in Europa e per l’Europa. E quella dei marchi premium per i quali l’Europa è certamente importante, ma la cui priorità è l’export. Per vent’anni, la loro logica ha dettato la regolamentazione del mercato.”
De Meo punta il dito anche contro la recente imposizione dei sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance Systems), i nuovi sistemi avanzati alla guida obbligatori dallo scorso luglio 2024 in Europa; ulteriori elementi aumentano il costo delle vetture: “L’assistenza al mantenimento di corsia è davvero necessaria nelle auto che passano il 95% del tempo in città? La mia R5 deve reagire come una berlina di lusso con un cofano tre volte più resistente. Questa è fisica, dovrei forse costruire un cofano in tungsteno?”.
Un altro punto cruciale sollevato dai due capi dell’automotive europea riguarda le normative europee relative al calcolo delle emissioni.
A riguardo, i due leader invitano le istituzioni europee a valutare le emissioni lungo l’intero ciclo di vita del veicolo, secondo un approccio well-to-wheel (“dal pozzo alla ruota”) anziché limitarsi al metodo well-to-tank “dal serbatoio alla ruota”.
Questo approccio permetterebbe inoltre l’adozione di tecnologie meno costose, rivitalizzando così la domanda.
I leader hanno criticato il generale approccio europeo, confrontandolo negativamente con Paesi come Cina e Stati Uniti, che supportano attivamente la loro industria, mentre l’Europa sembra penalizzare la propria, ad esempio con le potenziali multe derivanti dalle regole CAFE (Corporate Average Fuel Economy).