Automotive, componentistica italiana in frenata: i dati dell'Osservatorio ANFIA 2025

Pubblicato il 17 Dicembre 2025

L’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (ACEA) ha riconosciuto nella recente pubblicazione del pacchetto automotive da parte della Commissione europea un primo e fondamentale passo verso la modifica della legislazione sulle emissioni di CO2 per auto e veicoli commerciali, ma la realtà – e lo dimostra anche il mercato a tre corsie (auto, commerciali e pesanti) è più complessa e necessita di ulteriori misure. 

Il pacchetto di proposte – per un approfondimento sulla revisione consigliamo la lettura del nostro precedente articolo – è percepito da ACEA come l’inizio di un approccio più elastico e pratico, il cui fine è quello di bilanciare la decarbonizzazione con gli obiettivi di resilienza e competitività dell’industria.

Il direttore generale di ACEA Sigrid de Vries, in particolare, ha affermato che le nuove disposizioni recepiscono correttamente la necessità di maggiore flessibilità e neutralità tecnologica come elementi indispensabili per il successo della transizione ecologica; una posizione che rappresenta un cambiamento significativo rispetto alle normative finora in vigore.

Nonostante la visione positiva di base, ACEA chiede maggiori aperture e meno vincoli per auto e veicoli pesanti. In merito, Sigrid de Vries ha puntualizzato che l’Associazione esaminerà attentamente il pacchetto e collaborerà con i colegislatori al fine di rafforzare le proposte qualora necessario, poiché l’efficacia risiede nei dettagli.

La necessità di flessibilità e obiettivi a breve termine

A un’analisi iniziale, il pacchetto sembra mancare di misure “decisive” per agevolare concretamente il passaggio ecologico nei prossimi anni. Nello specifico, ACEA sostiene che, se non vengono adottate azioni immediate per garantire la flessibilità sugli obiettivi 2030 per auto e furgoni – una tappa ormai distante solo quattro anni – gli interventi sul 2035 potrebbero rivelarsi inefficaci.

A nome dell’industria automobilistica, che ha pienamente abbracciato la trasformazione e ha già investito centinaia di miliardi di euro nell’elettrificazione con oltre 300 modelli di auto e 70 tipi di furgoni elettrificati disponibili, ACEA aveva precedentemente chiesto una revisione rapida degli standard attuali. Tale richiesta derivava dal fatto che, date le attuali condizioni di mercato, i target di CO2 fissati per il 2030 e il 2035 non sono più considerati realistici.

In generale, l’ACEA ritiene che adottare un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico per le norme di riduzione della CO2 avvicini la complessa trasformazione sistemica alle realtà geopolitiche, industriali e, soprattutto, a quelle dei consumatori. Sebbene la via dell’elettromobilità rimanga la direttrice principale, anche altre tecnologie valide possono contribuire in maniera significativa al taglio delle emissioni.

La flessibilità nel piano di conformità, inoltre, è considerata fondamentale perché permette di guadagnare tempo affinché gli elementi abilitanti dal lato della domanda, come le infrastrutture di ricarica, si sviluppino adeguatamente per supportare la diffusione di massa dei veicoli elettrici in tutti gli stati membri dell’UE.

Focus sui veicoli commerciali leggeri e pesanti

L’Associazione ha accolto con favore l’attenzione riservata ai veicoli commerciali leggeri, un segmento “che si trova attualmente in una situazione critica”. Le misure positive per questi mezzi includono la riduzione dell’obiettivo 2030 e la mediazione della conformità.

Analogamente, la modifica mirata riguardante i veicoli pesanti costituisce un primo passo positivo e deve ora essere adottata rapidamente. Successivamente, secondo ACEA è tuttavia cruciale procedere con una revisione accelerata del Regolamento CO2, senza attendere il 2027. Il settore dei veicoli pesanti necessita urgentemente di un “costante monitoraggio e di una valutazione tempestiva riguardo lo stato delle condizioni abilitanti più essenziali per la sua transizione”.

Criticità e condizionalità dell’Automotive Omnibus

Nonostante i progressi, ACEA manifesta cautela anche in merito all’introduzione di strette condizionalità legate a vari aspetti del pacchetto, poiché queste potrebbero rivelarsi controproducenti per l’apertura tecnologica e la competitività. In particolare, i requisiti restrittivi sul “made in the EU” e il sistema di compensazione delle emissioni proposto necessitano di un’ulteriore e attenta valutazione.

Nell’ambito del Pacchetto Omnibus, inoltre, sono state formulate proposte volte a rendere più competitiva la produzione di veicoli di piccola dimensione in Europa. Di più, secondo ACEA, le misure annunciate per imporre la transizione verde delle flotte aziendali rischiano di andare in direzione opposta rispetto all’approccio basato sugli incentivi e sul mercato che l’industria supporta trasversalmente in tutti i segmenti di veicoli. Anche per i veicoli pesanti, infatti, sono necessarie misure appropriate che stimolino la domanda.