Pubblicato il 1 Aprile 2021

Il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR) è in fase di stesura definitiva in attesa dell’approvazione finale del 30 aprile.

Per le infrastrutture ci dovrebbero essere a disposizione 32 miliardi di euro che saranno usati per lo sviluppo dell’alta velocità (AV); la realizzazione del Piano “Porti d’Italia”; la digitalizzazione di aeroporti e sistemi logistici.

A queste, si aggiunge la quarta componente (già prevista dall’attuale bozza di PNRR) che riguarda la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di strade, viadotti e ponti. Attualmente dal PNRR sono esclusi strade, aeroporti e interporti ad eccezione di quegli interventi che servono per trasformare le infrastrutture esistenti in senso digitale e di compatibilità ambientale.

Verso la rivoluzione verde delle infrastrutture

Il tema “infrastrutture” si rintraccia principalmente in due delle sei missioni del Piano. La missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, con i fondi per il trasporto rapido di massa (TPL), il contrasto al dissesto idrogeologico, l’efficienza energetica del patrimonio edilizio (incluso quello pubblico) e le infrastrutture idriche.

E la missione “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” che punta invece a completare entro il 2026, “una prima e significativa tappa di un percorso di più lungo termine verso la realizzazione di un sistema infrastrutturale moderno”, spiega il Piano, “aggiungendo risorse a progetti già esistenti e accelerandoli, nonché introducendone di nuovi”.

L’obiettivo è infatti quello di realizzare e completare opere che fanno parte di progetti infrastrutturali europei o che vadano a colmare lacune che hanno sin qui penalizzato lo sviluppo economico del Paese e, in particolare, del Mezzogiorno e delle Isole. Per far ciò la missione prevede due componenti: l’Alta velocità di rete e la manutenzione stradale 4.0; l’ intermodalità e la logistica integrata.

La prima componente della terza missione del PNNR potrà contare su 28,3 miliardi di euro. Gli investimenti ferroviari al Sud sono stimati tra il 45-50% del totale degli investimenti del Recovery Plan e che l’investimento attraverso i Fondi FESR sarà complementare ai primi, per finanziare linee reginali.

Cinque le proposte di interventi infrastrutturali previste. Anzitutto l’alta velocità e la velocizzazione della rete per passeggeri e merci, per favorire la connettività del territorio ed il passaggio del traffico da gomma a ferro sulle lunghe percorrenze. In questo ambito rientrano interventi ampiamente previsti, come la conclusione della direttrice Napoli-Bari o la linea Palermo-Catania-Messina, inseriti anche tra le opere commissariate per accelerarne la realizzazione. All’alta velocità si aggiungono poi altre quattro direttrici di investimento:  il completamento dei corridoi ferroviari TEN-T e quello delle tratte di valico;  il potenziamento dei nodi e delle direttrici ferroviarie; la riduzione del gap infrastrutturale Nord-Sud a favore delle regioni meridionali.  

Spazio inoltre a una grande stagione di interventi di messa in sicurezza della rete stradale, con interventi che prevedono una forte componente di ammodernamento tecnologico e la messa in campo di un sistema di monitoraggio digitale avanzato per una maggiore sicurezza delle infrastrutture stradali a fronte dei rischi sismici, di dissesto e di incidentalità.
La seconda componente della missione è invece quella che guarda alla logistica e in particolare al sistema portuale.

In tale contesto, quindi, la missione attiene al miglioramento della competitività, capacità e produttività dei porti in chiave green.