Pubblicato il 2 Marzo 2017

Presso l’Auditorium della Tecnica a Roma il Cluster Trasporti 2020 ha presentato la strategia per i trasporti del futuro, frutto di una prima giornata di lavoro in cui si sono confrontate le università, l’industria e le aggregazioni territoriali per stabilire in quali ambiti e con quali roadmap procedere per sviluppare l’innovazione e l’indirizzamento degli investimenti. Tra i relatori dell’incontro erano presenti l’Assessore alle Attività Produttive Regione Campania e membro cabina di regia industria 4.0 Amedeo Lepore e il Vice Presidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli.

Il Presidente del Cluster Trasporti Enrico Pisino ha dichiarato: “Oggi abbiamo fatto un grosso passo avanti nella condivisione delle roadmap. Nel 2020 il 90-100% dei veicoli saranno connessi. Cioè saranno in grado di scambiarsi informazioni. Cominceranno a svilupparsi le prime vetture a guida sempre più automatica. Non possiamo perdere l’opportunità di sperimentare e sviluppare nel nostro territorio, come ha ricordato il Prof.Cascetta, le tecnologie perché dobbiamo essere in grado di capire dove possiamo puntare per eccellere e dove dobbiamo invece andare all’estero per attrarre non soltanto investimenti ma anche competenza”.

Il 35% delle innovazioni italiane sono state portate avanti nell’ambito dei trasporti: dal primo motore a combustione interna di Barsanti e Matteucci (1853) alla prima vespa con struttura autoportante di Corradino D’Ascanio (1946), dal primo tram elettrico di Alfredo Diatto (1895) alla prima “autostrada” Milano-Laghi (1923).

Con l’inaugurazione dell’Autostrada del Mediterraneo, che si candida a diventare una delle prime Smart Road europee e con la prospettiva di avere nel 2020 le tecnologie necessarie per avere tutti i nuovi mezzi connessi al 100%, il Cluster è pronto a lavorare e collaborare con le Istituzioni per essere protagonista nel futuro dei trasporti ponendosi quattro obbiettivi da raggiungere: Mobilità 4.0; Incidenti zero; Emissioni zero; Economia circolare. Questi ambiziosi traguardi sono raggiungibili portando avanti in parallelo altrettante quattro sfide tecnologiche: veicoli connessi e a guida automatizzata, motori elettrici e a carburanti alternativi, logistica integrata e le evoluzioni dei materiali leggeri per la realizzazione delle componenti.

Sulla stessa lunghezza d’onda è stato l’intervento del Prof. Ennio Cascetta, coordinatore della Struttura tecnica di Missione per l’indirizzo strategico e lo sviluppo presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: “Bisogna fare un cambio di passo. L’innovazione tecnologica ha delle punte di eccellenza ma si può e si deve fare di più. Da circa un anno portiamo avanti un’attività partenariale per arrivare all’individuazione dei requisiti per la definizione delle smart road. Tutto ciò verrà tradotto a breve in decreto ministeriale; le infrastrutture di medio e alto livello dovranno adeguarsi a standard di monitoraggio, rilevazione automatica infrazioni, sistemi di informazione delle condizioni meteo, connettività per gli utenti e sviluppo delle tecnologie anche per strutture come ponti e gallerie. Conseguentemente a tutto questo si presenta una seconda iniziativa fondamentale che dovrebbe colmare il gap con il resto dei paesi europei. il “Mobility as a service e veicolo autonomo e connesso. In Italia oggi non è possibile sperimentare veicoli autonomi su strada, quindi abbiamo messo in campo una direttiva che permetta dopo alcuni step la sperimentazione su scenari reali, sempre e comunque con un controllore a bordo. Questo è un fatto concreto per favorire e stimolare la sperimentazione e la ricerca in ambiti realistici.

“Capacità imprenditoriali e innovative sono al centro del nostro lavoro per riportare il sud ai livelli del nord. – ha commentato il Ministro della Coesione Territoriale e del Mezzogiorno Claudio De Vincenti – E’ di fondamentale importanza che ci sia una politica industriale in coordinamento con una politica di ricerca e sviluppo dei sistemi di trasporto che veda la ricerca e l’impegno delle istituzioni e del Governo nel costruire le condizioni perché il Mezzogiorno dia il meglio di se. Coesione territoriale significa politica per tutto il Paese. Come Ministero vogliamo sottolineare un valore di principio: non c’è ripresa dell’Italia se non c’è ripresa del Mezzogiorno, il Mezzogiorno ha bisogno del Centro nord. Dobbiamo essere coesi sennò non c’è sviluppo, bisogna unire dal punto di vista economico, sociale e civile il Paese. Le risposte le troviamo valorizzando le potenzialità che ci sono nel Mezzogiorno. Il Governo non sta alla finestra, prende le proprie responsabilità. E’ il Mezzogiorno che prende in mano il suo destino”.