crisi dell'industria automotive germania sfida stop 2035

Pubblicato il 14 Ottobre 2025

Sotto la pressione della crisi dell’industria automotive, la Germania ha indetto un vertice d’emergenza e ha chiesto a Bruxelles una revisione sostanziale dello stop ai motori endotermici previsto per il 2035.

L’appello tedesco, guidato dal cancelliere Friedrich Merz, è per una transizione “flessibile”, che consenta soluzioni alternative complementari, come la produzione di auto ibride, biocarburanti ed e-fuel oltre tale data, al fine di evitare un brusco taglio netto.

L’obiettivo principale è scongiurare che la transizione verde si traduca in un vero e proprio impoverimento del tessuto produttivo nazionale. Si ricorda, infatti, che il comparto automobilistico tedesco riveste un ruolo strategico per il Paese: impiega oltre 750 mila lavoratori e costituisce circa il 5% del Prodotto Interno Lordo (PIL) nazionale.

Italia e Germania unite contro il divieto del 2035

Al grido tecnologico della Germania si è unita anche l’Italia: i due Paesi hanno recentemente formalizzato il sostegno attraverso una lettera congiunta inviata alla Commissione Ue per chiedere una transizione che sia al contempo sostenibile, ma anche concretamente attuabile.

Questi obiettivi comuni, sottolineati dal ministro delle Imprese italiano, Adolfo Urso, sollecitano Bruxelles a un cambio di passo immediato.

Secondo Urso, l’iniziativa – che, come abbiamo accennato sopra, è stata formalizzata anche tramite una comunicazione congiunta tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e il Ministero dell’Economia tedesco (BMWK) -, rappresenta un vero punto di svolta per l’industria europea.

L’appello è chiaro: per salvaguardare il settore è necessario adottare un approccio guidato da “responsabilità, pragmatismo e visione“. Più nel dettaglio, a tal fine l’intesa mira a superare quelle che vengono definite come le “gabbie ideologiche del Green Deal” per assicurare una transizione che sia sostenibile su tutti i fronti: ambientale, sociale ed economico.

Il vertice d’emergenza in Germania 

Con specifico riferimento alla Germania, per definire una posizione chiara, Merz ha recentemente indetto un vertice d’emergenza in cancelleria federale, convocando i vertici dei colossi automobilistici, unitamente al sindacato industriale dei metallurgici IG Metall (Industriegewerkschaft Metall) e ai rappresentanti dell’associazione dei costruttori Vda (Verband der Automobilindustrie).

La linea comune emersa dall’incontro risulta prudente, ma inequivocabile: Merz ha promesso di adoperarsi in ogni modo per modificare la data dello stop agli endotermici. Nello specifico, ha rimarcato che, sebbene la mobilità elettrica rappresenti la “strada principale” da percorrere, non può essere considerata l’unica via.

Oggi l’industria necessita di maggiore flessibilità, in quanto il 2035 non può essere l’anno di una “brusca interruzione”. Del resto, lo stesso Merz cita stime secondo cui, entro quella scadenza, i veicoli elettrici potrebbero coprire soltanto la metà del mercato automobilistico.

Le soluzioni alternative complementari all’elettrico

Dal summit per l’automotive sono emerse alcune soluzioni orientate a salvaguardare l’industria, senza sacrificare gli impegni ambientali europei.

La Germania intende presentare a Bruxelles una proposta che accetti il 2035 come principio direttivo, ma che introduca una deroga sostanziale: l’autorizzazione a proseguire con la fabbricazione di auto ibride anche dopo quella data. Parallelamente, la strategia tedesca mira a potenziare la ricerca e l’utilizzo di carburanti alternativi, in particolare i biocarburanti e gli e-fuel (carburanti sintetici).

A sostegno di questa visione, è già stato predisposto un pacchetto finanziario da oltre 3 miliardi di euro per sostenere la transizione verde. Tale piano include l’estensione dell’esenzione fiscale per i veicoli elettrici fino al 2035, l’introduzione di agevolazioni per i ceti a reddito medio-basso e investimenti nel potenziamento delle infrastrutture di ricarica e delle stazioni a idrogeno.