Pubblicato il 9 Marzo 2021

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge “Ministeri”, che riorganizza competenze e strutture di alcuni dicasteri. Nasce ufficialmente con tale provvedimento il Ministero della Transizione ecologica (MITE). Ampio l’ambito di azione del nuovo dicastero, che assorbe, oltre a tutte le competenze dell’ex Ministero dell’Ambiente, anche alcune delle competenze chiave nel processo della transizione ecologica, inerenti principalmente il settore dell’energia. In quest’ottica è previsto il passaggio nella nuova struttura di alcune Direzioni del Ministero dello Sviluppo economico.

Entro maggio, il MITE dovrà elaborare un Piano per coordinare le politiche energetiche. Dalla mobilità sostenibile all’economia circolare, i temi al centro del primo lavoro in capo al ministro Roberto Cingolani sono molteplici: si tratta di un passaggio decisivo soprattutto se inquadrato nel contesto del Piano nazionale ripresa e resilienza; quasi 70 miliardi dei 209 previsti per l’Italia dal Recovery Fund, infatti, sono destinati alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica.

Una volta emanato, il Piano green dovrà poi essere approvato dal nuovo Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite), presieduto dal ministro Roberto Cingolani.

Le funzioni del nuovo dicastero

Dall’individuazione, conservazione e valorizzazione delle aree naturali protette alla definizione degli obiettivi e delle linee di politica energetica e mineraria nazionale, passando per i piani in materia di emissioni nel settore dei trasporti, di combustibili alternativi e delle relative reti e strutture di distribuzione, qualità dell’aria, politiche di contrasto ai cambiamenti climatici, promozione dell’economia circolare e contrasto dei danni ambientali: il nuovo dicastero riunisce le funzioni relative allo sviluppo sostenibile e alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente, del territorio e dell’ecosistema.

Sul tavolo del MITE figurano anche la liberalizzazione del mercato energetico, la competenza su mercato e sicurezza energetica, reti energetiche, ricerca e coltivazione di idrocarburi e risorse geotermiche, politiche di ricerca, incentivazione e interventi nel settore dell’energia.

Cingolani si occuperà inoltre dello sviluppo di tutti gli impianti rinnovabili, compreso l’eolico offshore e i relativi incentivi, ed avrà il compito di creare una rete nazionale di ricarica per garantire i rifornimenti dei veicoli elettrici.

La prima mossa di Cingolani è stata sbloccare la proroga al 2021 degli incentivi per impianti di produzione elettrica alimentati a biogas, contenuta nel decreto Milleproroghe.

Le priorità: investimenti in tecnologie innovative, infrastrutture intelligenti e sviluppo digitale

Tra le priorità ci sono i due decreti, già notificati a Bruxelles, per i “gasivori”, volto a ridurre gli oneri di sistema delle imprese a forte consumo di gas, e per il “Fondo per la transizione energetica del settore industriale”, che ha già incassato il parere positivo dell’Europa e che dovrà sostenere la competitività di alcuni settori manifatturieri esposti al rischio di delocalizzazione con una riduzione del costo indiretto della CO2 incluso nei prezzi dell’elettricità.

Il Governo sta lavorando per un cambiamento sostanziale del paradigma energetico italiano che sarà guidato da investimenti in tecnologie innovative, infrastrutture intelligenti, sviluppo digitale.

Il Green Deal europeo è lo strumento chiave per ristrutturare settori e attività critiche e accelerare la transizione verso economie a basse emissioni, resistenti al clima ed efficienti nell’uso delle risorse in modo giusto e inclusivo, un grande cantiere, in linea con l’accordo di Parigi e l’Agenda 2030.

Fra i punti messi in luce dal ministro c’è ovviamente anche il cambiamento climatico e la sfida dei trasporti: elettrificazione, trasporto pubblico e riduzione di mezzi privati.