Pubblicato il 10 Giugno 2022

Il voto del Parlamento Europeo che ha stabilito lo stop alla produzione di auto alimentate a benzina e diesel nel 2035 sta suscitando molte reazioni, e preoccupazioni, per le conseguenze che il provvedimento potrebbe avere sulla filiera produttiva delle auto.

Già prima del voto, durante l’Assemblea annuale, ANFIA aveva rivolto un appello ai parlamentari europei su una decisione che avrebbe potuto determinare pericolosi squilibri di mercato, penalizzando i produttori italiani.

All’indomani del voto si stanno alzando molte voci preoccupate dal fatto che la decisione privilegerà in modo particolare il comparto dell’auto elettrica, in cui il nostro Paese deve fronteggiare la concorrenza di filiere più avanzate e con maggiore disponibilità di materie prime – ad esempio la Cina – rischiando dunque di incorrere in un pesante ridimensionamento.

Non rispettato il principio di neutralità tecnologica

Tra le voci in disaccordo con il provvedimento approvato dal Parlamento Ue c’è quella dell’assessore lombardo allo Sviluppo Economico, Guido Guidesi. Dalla Regione Lombardia infatti nelle scorse settimane è partita la promozione di un Manifesto a supporto della Filiera Automotive, con l’obiettivo di perseguire la transizione ecologica tenendo conto del contesto economico e sociale di riferimento individuando nella neutralità tecnologica un principio imprescindibile per non compromettere un patrimonio di esperienza, competenza e professionalità.

“La chiusura delle istituzioni europee nei confronti della neutralità tecnologica provocherà la scomparsa di aziende e di posti di lavoro – dichiara Guidesi –. Inoltre, in Europa solo alcuni cittadini potranno permettersi un’automobile”.

L’assessore Guidesi sottolinea come attraverso il Manifesto della Mobilità Sostenibile il ‘sistema lombardo’ avesse avanzato delle proposte per raggiungere gli obiettivi ambientali, tutelando le aziende, i lavoratori e sviluppando ulteriori opportunità occupazionali. E conclude laconico: “Credo che il vero obiettivo sia quello di avere meno auto in circolazione, non mi spiego altrimenti il ‘no’ ai carburanti bio che garantiscono lo stesso risultato dal punto di vista ambientale. Economicamente parlando festeggeranno solamente i produttori di batterie e coloro i quali dispongono della materia prima per produrle, che non mi risulta siano in Europa”.