Pubblicato il 14 Giugno 2022

Il voto del Parlamento europeo che ha stabilito lo stop alla vendita delle auto a benzina e diesel dal 2035 sta generando un vasto dibattito tra rappresentanti delle istituzioni, associazioni e operatori dell’automotive per le possibili ripercussioni che il provvedimento potrebbe avere su una filiera produttiva importante per il nostro Paese che rischia di rimanere fortemente penalizzata.

Arrivano a pochi giorni dal voto le posizioni del Cluster Lombardo della Mobilità che, pur condividendo pienamente gli obiettivi di miglioramento climatico, ribadisce il proprio sostegno al principio della neutralità tecnologica, riconoscendo dunque le potenzialità di tutte le trazioni: elettriche (batterie o idrogeno), endotermiche ulteriormente evolute e/o alimentate con carburanti non fossili o a basso contenuto di carbonio.

Il Cluster nei mesi scorsi si era fatto promotore insieme alla Regione Lombardia del  Manifesto a sostegno dei carburanti rinnovabili, con l’obiettivo di perseguire la transizione ecologica accompagnando adeguatamene la filiera dell’automotive, tenendo conto del contesto economico e sociale di riferimento e mantenendo la neutralità tecnologica come principio imprescindibile per non compromettere un patrimonio di esperienza, competenza e professionalità.


Creare le condizioni per una transizione graduale e razionale

A proposito delle conseguenze del voto del Parlamento Ue, il Cluster spiega come la trazione elettrica, da una parte, rappresenti una minaccia nei confronti di prodotti e servizi, ma sotto un altro punto di vista posa costituire un’opportunità da cogliere grazie alle competenze possedute dalla nostra filiera: “un know-how che si sta dimostrando vincente per progettare nuovi e più performanti veicoli, a prezzi competitivi e con componenti ridotti nel numero, meno ingombranti e più leggeri, anche per compensare i volumi e pesi delle batterie”.

In conclusione il CLM auspica che tutti “lavorino per creare le condizioni per una graduale e razionale transizione, evitando scelte che determinerebbero per il nostro continente la perdita di una leadership conquistata in cento anni di ricerca, innovazione e coraggiose scelte politiche e imprenditoriali. Se queste condizioni si realizzano, l’Automotive – l’industria delle industrie – si candida ad essere anche nel ventunesimo secolo il motore di una rivoluzione industriale, economica e sociale senza precedenti”.