Pubblicato il 30 Maggio 2025
Il settore del trasporto pubblico locale (TPL) si trova ad affrontare un periodo di profonda transizione, caratterizzato da una persistente riduzione del numero di passeggeri e dall’imperativo di gestire una rapida evoluzione tecnologica. Di tutto questo si è discusso nella Sala Pininfarina di Confindustria, durante il Convegno organizzato dal Cluster Trasporti, dal titolo “Le innovazioni tecnologiche, gli scenari di mobilità e il ruolo delle aziende di trasporto pubblico”.
Nell’era della cosiddetta “settima rivoluzione dei trasporti”, quella per l’appunto legata all’innovazione tecnologica, la novità è percepita come una grande sfida per il comparto, ma rappresenta anche una significativa opportunità per l’evoluzione dell’intero sistema di mobilità. Le innovazioni tecnologiche, in particolare, sono considerate essenziali per superare il calo della domanda; modernizzare servizi non più adeguati; accrescere la sicurezza e diminuire i costi operativi.
L’evento ha visto la partecipazione di diversi operatori del settore, rappresentanti delle istituzioni e altri stakeholder, riuniti per discutere il futuro della mobilità e l’importanza cruciale delle aziende che gestiscono il trasporto pubblico. Al centro del dibattito, dunque, le strategie e le innovazioni necessarie per creare un TPL moderno, definito “2.0”, che rappresenti il fondamento di una mobilità sostenibile e resiliente.
Il TPL italiano, che nel 2019 registrava un giro d’affari annuo di circa 12 miliardi di euro e trasportava oltre 5,5 miliardi di persone, sta vivendo una fase di grande trasformazione. Sebbene l’offerta di servizi sia tornata ai livelli del 2019 già dal 2021, la richiesta di trasporto pubblico su gomma e su ferro resta tuttora inferiore del 10% rispetto ai valori pre-pandemici.
Contestualmente, è in atto un vasto piano di investimenti nel settore dei trasporti in Italia, supportato da strumenti come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e il Piano Nazionale Complementare (PNC), con una quota di 57 miliardi dedicata agli ambiti urbani e metropolitani, includendo investimenti importanti per il rinnovo del parco mezzi (12 miliardi di euro per autobus e treni).
Attualmente, circa 5,2 miliardi di euro restano da spendere per il rinnovo del parco autobus fino al 2033, di cui 3,7 miliardi destinati al rinnovo degli autobus urbani. Il parco autobus per il TPL conta 43mila veicoli, di cui l’85% a motorizzazione Diesel e l’età media è di 10,3 anni, ben al di sopra della media europea di 7,5 anni.
Come evidenziato dal Presidente del Cluster Trasporti, Ennio Cascetta, durante l’apertura dei lavori, il settore del trasporto collettivo è chiamato ad affrontare una profonda rivoluzione tecnologica, che coinvolge l’intero sistema, dai veicoli alle diverse fonti di energia fino alle tecnologie di guida autonoma, la digitalizzazione e la gestione dei servizi.
Tutte innovazioni che, secondo Cascetta, “consentirebbero di superare la crisi di utenti che lo caratterizza negli ultimi anni. C’è l’opportunità di trasformare i servizi dove i vecchi trasporti di linea non rispondono alle nuove esigenze della mobilità, migliorare la sicurezza a bordo e ridurre i costi di produzione dei servizi. Insomma, c’è la possibilità e la necessità di un TPL 2.0”.
Come ha precisato in seguito Pierluigi Coppola del Politecnico di Milano, siamo di fronte a “una fase storica caratterizzata da una forte innovazione tecnologica; da un cambiamento di sensibilità nei confronti dell’ambiente e da politiche orientate alla riduzione dell’impatto dei trasporti. Una fase in cui assistiamo anche a un cambiamento da parte della domanda, un cambiamento di comportamenti di viaggio e di stili di vita.”
Per rispondere a queste nuove esigenze è necessario svecchiare i vecchi modelli e adottare le opportunità che offrono le nuove tecnologie, dall’intelligenza artificiale alla decarbonizzazione fino alla trasformazione dei servizi di mobilità, elementi che detteranno cambiamenti radicali nella domanda e nell’offerta.
Un altro tema importante per il settore sono gli investimenti; un argomento evidenziato sin dal principio da Angelo Mautone, Direttore TPL del MIT. “Si tratta di uno dei punti tecnicamente più sentiti dalla direzione generale del TPL. Abbiamo bisogno di finanziamenti di tipo strutturale, non di finanziamenti a singhiozzo, come è accaduto negli ultimi anni con il PNRR, con il piano complementare, con il piano strategico per la mobilità sostenibile, attraverso interventi che producono però delle criticità al settore, e anche alla filiera produttiva, proprio in termini, passatemi il paragone, di indigestione.”
La tavola rotonda durante il Convegno del Cluster Trasporti (28 maggio, Sala Pininfarina, Confindustria)
Alla luce di questo scenario, le aziende di trasporto passeggeri sono chiamate a trasformarsi, evolvendo in operatori di mobilità integrata e gestori di tecnologie. Nel dettaglio, devono essere in grado di cogliere le nuove opportunità di business che si presentano, gestendo al contempo tutti i rischi associati.
Il dibattito sul futuro della mobilità e lo sviluppo di tecnologie e mezzi per il TPL è stato un punto focale anche della tavola rotonda, moderata da Massimo De Donato del Cluster Trasporti e a cui hanno preso parte esponenti di spicco del settore, tra cui Angelo Costa (Agens), Massimo Nitti (Asstra), Massimo Locatelli (Anav Lombardia), Gianpiero Mastinu (Politecnico di Milano), Dario Ferrillo (Almaviva), Gabriele Vargiu (Iveco Group), Antonella Trombetta (Hitachi), Nunzio Micalizzi (Leonardo) e Gaetano Fusco (MOST Spoke 9).
Dal confronto è emerso che l’approccio ai cambiamenti deve essere razionale e integrato, e richiede investimenti significativi. La trasformazione tecnologica ha un impatto notevole sulla mobilità; sta rivoluzionando i veicoli con sensori, sistemi di assistenza alla guida e progressiva guida autonoma. Inoltre, sta profondamente cambiando i servizi attraverso il monitoraggio e la gestione delle flotte e della domanda, l’uso di sistemi di videosorveglianza e bigliettazione elettronica, e l’interazione tra veicolo e ambiente.
Di fronte alla settima rivoluzione dei trasporti, come ha sottolineato Costa “bisogna accogliere, ma anche cavalcare il cambiamento”. Per questo motivo oggi nuove tipologie di servizio, come la Mobilità come Servizio (MaaS), che integra diverse modalità di trasporto, e i servizi a chiamata (Demand Responsive Transit – DRT), sono in fase di sperimentazione per rispondere alle esigenze di una domanda di mobilità più distribuita e meno concentrata.
Un altro tema affrontato è stato quello della transizione energetica e del rinnovo del parco degli autobus. L’obiettivo della decarbonizzazione richiede l’ammodernamento dei veicoli circolanti e l’uso di combustibili a basso impatto ambientale. A questo proposito, si è discusso dell’adozione di un approccio “eco-razionale”, considerando i reali costi dei bus elettrici e a idrogeno rispetto a quelli diesel.
In questo contesto, nello specifico, è stata sottolineata la rilevanza di tecnologie tradizionali che utilizzano combustibili rinnovabili, come HVO o biometano, perché permettono di sostituire un numero maggiore di veicoli obsoleti con lo stesso investimento, ottenendo riduzioni di emissioni di CO2 (WtW) paragonabili a quelle dei bus elettrici. È stata evidenziata anche la necessità di sviluppare nuove competenze per gestire le flotte con diverse alimentazioni energetiche, una sfida particolarmente rilevante per le aziende di medie e piccole dimensioni.
Durante il convegno è stato evidenziato anche l’impatto delle nuove tecnologie sul mondo del lavoro, sottolineando la rilevanza della riqualificazione del personale per acquisire competenze digitali. La diffusione di queste nuove possibilità tecnologiche porterà infatti alla creazione di nuove figure professionali, legate, in particolare, alla gestione dei dati e alla cybersecurity.
Per affrontare questi cambiamenti e facilitare la transizione delle aziende da semplici gestori di TPL a imprese della mobilità, anche in questo caso è fondamentale agire su regole, risorse, investimenti e innovazione.
Nella mobilità del futuro, in generale, per garantire la sostenibilità delle imprese, bisognerà rinnovare la flotta in modo strategico rispetto agli obiettivi, sviluppare nuove competenze, promuovere nuovi modello di mobilità, come l’eco-driving, e offrire servizi flessibili e integrati, che affianchino quelli di linea tradizionali, al fine di rispondere all’evoluzione della domanda e mantenere le quote di mercato.